Gli ulivi secolari

Le origini

La storia dell’ulivo è affascinante e ricca di significato. L’ulivo ha origini antichissime, risalenti a circa 6.000 anni fa, probabilmente nell’Asia occidentale, solo successivamente si è diffuso in tutta l’area mediterranea.

Si trovano tracce di questa pianta in molte culture. Nella religione, l’ulivo è spesso associato a pace, fertilità e rinascita: nella Bibbia l’ulivo è menzionato molte volte, come nell’episodio della colomba che torna all’arca di Noè con un rametto d’ulivo. Nella cultura cristiana, l’olio d’oliva è usato per consacrare persone e cose attraverso l’unzione.

L’ulivo ha avuto un ruolo importante nella cultura greca e romana.

Secondo la mitologia greca la dea Atena colpendo la roccia con la sua lancia diede vita all’albero che illuminò la città, medicò le ferite e offrì nutrimento alla popolazione. Sempre in Grecia i vincitori delle Olimpiadi erano celebrati con corone d’ulivo e un’ampolla d’olio, nettare sacro della pianta consacrata alla dea vergine. Nell’antica Roma la più famosa leggenda romana narra che Romolo e Remo, i fratelli che fondarono la città eterna, nacquero sotto una pianta d’ulivo, facendo diventare quest’albero simbolo di gloria. Per questo i cittadini più valorosi erano incoronati con fronde d’ulivo così come gli sposi nel giorno delle nozze.

In Italia

Le prime piante selvatiche presenti nel Mediterraneo  crescono sull’isola di Creta fin dal 4000 a.C. e furono proprio i cretesi i primi a specializzarsi nella coltivazione dell’ulivo, dando il via poi all’esportazione in tutto il bacino del Mediterraneo.

Ad oggi, in Italia, ci sono oltre 538 varietà di ulivi, conosciute come cultivar, di seguito alcune delle principali varietà:
1. Leccino: Diffusa in tutto il Centro-Nord Italia, è utilizzata sia per la produzione di olio che come oliva da tavola 
2. Nocellara del Belice: Originaria della Sicilia, è apprezzata sia per l’olio che come oliva da tavola 1.
3. Taggiasca: Tipica della Liguria, è famosa per il suo olio delicato e per essere consumata come oliva da tavola
4. Coratina: Proveniente dalla Puglia, è una delle varietà più ricche di polifenoli, utilizzata principalmente per l’olio
5. Frantoio: Comune in Toscana e Umbria, è una delle varietà più pregiate per la produzione di olio extravergine
6. Moraiolo: Anch’essa diffusa in Toscana e Umbria, è nota per il suo olio dal sapore intenso 1.
7. Carolea: Coltivata in Calabria, è utilizzata sia per l’olio che come oliva da tavola 1.
Ogni varietà ha caratteristiche uniche che variano a seconda della regione di coltivazione, contribuendo alla ricchezza e diversità dell’olio d’oliva italiano.

In Puglia

La Puglia è ad oggi la prima regione in Italia per produzione di olio di oliva con una produzione media che si attesta intorno al 50% della produzione nazionale.

La Puglia è anche una delle regioni italiane con la maggiore varietà di cultivar di ulivo con circa 50 cultivar principali tra cui:
1. Coratina: Una delle varietà più pregiate, nota per il suo alto contenuto di polifenoli e il sapore intenso e fruttato
2. Ogliarola Barese: Diffusa principalmente nella provincia di Bari, produce un olio dal gusto delicato e
armonioso 1.
3. Cellina di Nardò: Tipica del Salento, è utilizzata sia per la produzione di olio che come oliva da tavola 1
4. Peranzana: Coltivata principalmente nella provincia di Foggia, è apprezzata per il suo olio fruttato e
leggermente piccante 2.
5. Cima di Mola: Diffusa nella zona di Monopoli, produce un olio dal sapore dolce e fruttato 1.
6. Leccino: Anche se non esclusiva della Puglia, è molto diffusa e apprezzata per la sua resistenza e la qualità
dell’olio 1.
Ogni varietà ha caratteristiche uniche che contribuiscono alla diversità e alla ricchezza dell’olio d’oliva pugliese.

La protezione del patrimonio pugliese

Con l’obiettivo di preservare il patrimonio culturale e paesaggistico, e di promuovere il simbolo degli uliveti secolari e dell’olio da essi prodotto la Regione Puglia ha adottato la Legge Regionale n. 14 del 4 giugno 2007. Questa legge definisce  monumentale  l’ulivo con un accertato valore storico-antropologico o un tronco con determinate dimensioni e/o particolari caratteristiche della forma e per la vicinanza a beni di interesse storico-artistico, architettonico, archeologico riconosciuti. La legge, quindi, protegge gli ulivi monumentali imponendo:
• Divieto di danneggiare, abbattere, espiantare e commerciare gli ulivi;
• Sanzioni per chi viola queste norme con multe che vanno da 3.000 a 30.000 euro per ogni pianta interessata, fino a un massimo di 250.000 euro 1 2.

La nostra terra

Masseria Manfredi si trova all’interno della piana degli ulivi secolari. Si tratta di un’enorme distesa pianeggiante coltivata principalmente a ulivi, e diverse centinaia di migliaia di essi sono alberi secolari dalle dimensioni dei tronchi imponenti ed estremamente variegate.
Geologicamente questa area è classificabile come una superficie sommitale di un grande banco arenaceo/calcarenitico che degrada con lieve pendenza verso il mare, coperto da svariati ettari di uliveti dalle prorompenti misure. Certo, gli ulivi di queste dimensioni non esistono solo qui, ma anche in molte altre zone d’Italia e di altri
paesi mediterranei; però è qui che si riscontra la concentrazione più elevata in numero di questi alberi vecchi di secoli.